martedì 10 giugno 2014

Corteo in Rettorato: il TERZO PIANO NON SI TOCCA!

Mercoledì 4 giugno 2014, ci siamo trovati in assemblea nell'atrio di Palazzo Nuovo per discutere e confrontarci sul presente e sull'incerto futuro della biblioteca autogestita. Qualche settimana prima ci era stato comunicato, dalle istituzioni accademiche, che ad agosto la biblioteca sarebbe stata chiusa e lo spazio ristrutturato. La destinazione del nostro spazio non è stata ancora definita, ma ci era stato stato esplicitamente comunicato che ce ne saremmo dovuti andare. Proprio per questo motivo e per difendere non tanto e non solo lo spazio fisico della biblioteca, ma soprattutto il progetto e il percorso che abbiamo portato e continuiamo a portare avanti, abbiamo deciso di muoverci in corteo verso il Rettorato per chiedere chiarimenti e spiegazioni al Rettore. Dal Rettore non sono arrivate risposte di alcun tipo, ha dichiarato di non essere a conoscenza dei lavori che riguardano i locali della nostra biblioteca e più in generale di Palazzo Nuovo. Non abbiamo accettato questo scarica-barile: non è ammissibile che il Rettore dell'Università non sia a conoscenza del futuro prossimo della struttura delle facoltà umanistiche.Il Rettore ha dichiarato che ci troveremo nuovamente per discutere su queste questioni in un tavolo pubblico che verrà convocato entro 15 giorni (quindi ENTRO GIOVEDÌ 19/06). Rimangono quindi molti punti di domanda sul futuro della biblioteca e sui lavori a Palazzo Nuovo, quello che è certo è che non lasciamo che la cosa cada nel silenzio e nel dimenticatoio ma torneremo tutt* insieme al tavolo pubblico a chiedere spiegazioni. Vogliamo chiarimenti sul futuro dello spazio al -2, ma in ogni caso il nostro progetto va ben al di là del luogo fisico in cui ci troviamo: non saranno provvedimenti strutturali a fermare la nostra voglia di costruire e vivere un'università diversa!

 https://www.youtube.com/watch?v=TZoma1pResw

TerzoPiano Biblioteca Autogestita

giovedì 13 marzo 2014

Il vero furto è il caro-libri

Come studenti e studentesse della Biblioteca Autogestita TerzoPiano rimandiamo al mittente le accuse che ci sono state mosse dalla Associazione Italiana Editori in questo articolo della Stampa.
È ormai noto a tutti come l’Università italiana, sempre più carente nei servizi base e di conseguenza di adempiere ad un’adeguata formazione, stia diventando sempre meno accessibile a studenti e studentesse. I costi dei libri, dei servizi, della casa e del sostentamento scoraggiano molti ad iscriversi o a continuare il loro percorso di studi. In questo contesto ci sembra giusto affermare che il vero furto non stia nella pratica di fotocopiare i libri, ma se mai nella continua e disdicevole speculazione che sta dietro al rincararsi dei prezzi. Non ci sembra un caso che chi occupa posizioni di prestigio nell’editoria consideri una “minaccia” per i propri guadagni le iniziative che la Biblioteca Autogestita sta portando avanti,e gli studenti tutti tra cui è diffusissima e normale la pratica di fotocopiare i libri. Ci viene mossa l’accusa di mettere in difficoltà i lavoratori dell’editoria e i ricercatori che troverebbero difficoltà a pubblicare, ma questo ci sembra il classico meccanismo di guerra tra poveri, dove un’editoria vecchia e seduta sulle proprie ricchezze invece di pretendere insieme a noi maggiori risorse per la letteratura didattica allo Stato si scaglia contro gli universitari. Dovrebbero pagarle gli studenti le difficoltà dell’editoria? Noi non ci stiamo a questa guerra tra poveri e portiamo la nostra solidarietà chiara a tutti i lavoratori, i ricercatori e i precari che si trovano in una situazione di disagio, ma pretendiamo che il diritto a una formazione per tutti sia garantita.


lunedì 10 marzo 2014

Raccolta firme contro il caro libri

Oltre alle tasse universitarie, che diventano anno dopo anno sempre più alte, gli studenti si trovano a spendere centinaia di euro all'anno per acquistare i libri di testo per gli esami. Le autorità accademiche non hanno mai proposto soluzioni a questo problema, anzi. Spesso le edizioni vengono modificate (peraltro in molti casi in minima parte) dopo uno o due anni, rendendo sostanzialmente impossibile comprare i libri usati. Il prestito bibliotecario è stato ridotto a soli 15 giorni, tempo assolutamente insufficiente alla preparazione degli esami. Diversi professori, inoltre, non lasciano sostenere l'esame a chi non è in possesso e non presenta all'appello il testo originale.
Secondo una breve analisi dei costi del materiale didattico, per un esame si deve spendere da un minimo di 30 euro fino ad oltre 100 euro. Per fare un esempio, uno studente iscritto al primo anno del corso di laurea in Beni Culturali, con indirizzo storico-artistico, spende tra i 393 e i 449 euro, a seconda che sostenga gli esami da frequentante o da studente non frequentante.
Per questi motivi, chiediamo alle istituzioni universitarie e ai singoli docenti:

giovedì 6 marzo 2014

Nasce LCAO alla Sapienza!

Nasce il LABORATORIO DI CHIMICA AUTONOMO OCCUPATO (LCAO) all'interno del dipartimento di Chimica dell'Università di Roma.
A fronte del progressivo taglio di fondi e smantellamento di numerosi spazi universitari, la necessità di riprenderci i luoghi che ci spettano, in cui poter vivere le nostre giornate, studiare, creare e condividere, è sempre più evidente.
Salutiamo il neo laboratorio, come TerzoPiano Biblioteca Autogestita, e condividiamo la pratica della riappropriazione che caratterizza sempre più esperienze di rottura contro le politiche universitarie all'interno dei nostri atenei.
 
DOVE LORO ABBANDONANO, NOI COSTRUIAMO!

TerzoPiano Biblioteca Autogestita

mercoledì 5 marzo 2014

Un'università sorda. Intervista a uno studente dell'aula 13AM

UN’UNIVERSITA’ SORDA
Siamo a Torino, 28 Novembre 2013, dopo un assemblea incentrata soprattutto sulla mancanza degli spazi destinati agli studenti, al politecnico nel polo di Design e Ingegneria dell’autoveicolo, situato a mirafiori, nasce l’Aula 13 Autogestita. Gli studenti decidono di riappropriarsi dei propri spazi in una sede universitaria, sorta appena tre anni fa. Le domande sono tante e le risposte da parte “dei piani alti” tardano ad arrivare, o meglio arrivano, ma sembra che siano solo di facciata. 

Perché il Politecnico sceglie di comprare un nuovo polo universitario in una zona così periferica? 

Sono ancora una volta gli interessi politici ed economici degli attori principali ad avere la meglio sugli interessi degli studenti: la Regione acquista questo spazio della FIAT nel 2005 ottenendo in cambio la produzione della nuova Punto in Italia, a sua volta il Politecnico riacquista il polo dalla Regione in cambio di finanziamenti, accettando in questo modo che la FIAT abbia di fatto un ruolo nelle decisioni del Politecnico. In questo modo gli studenti si ritrovano in un polo completamente isolato (accanto alla sede ci sono solo aziende che continuano inesorabilmente a chiudere) e senza servizi ad essi dedicati: la mancanza di spazi; un unico bar da cui servirsi (e con prezzi altissimi) i cui posti sono comunque insufficienti per tutti gli studenti; due aule studio di 30 posti ciascuna… su un totale di 1150 studenti!
In un panorama di insoddisfazione generale, stanchi di dover vagare per l’edificio alla ricerca di uno spazio, nasce la volontà di occupare l’aula 13AM, un’aula jolly, raramente utilizzata. 

L'occupazione come strumento di dignità

L'occupazione è un gesto di denuncia sociale, si denuncia la mancanza di uno spazio (in questo caso di una biblioteca in cui studiare), la mancanza da parte dell'amministrazione di fornire ai giovani studenti uno spazio che offra libera socializzazione e possibilità di crescita colletiva.

Nell'occupazione di uno stabile, ci si riapproria di un'ex-struttura, non solo per una questione economica, ma come rifiuto di una società nella quale non c'è più posto per i bisogni collettivi, nella quale la disponibilità di spazi pubblici è oramai inesistente, nella quale tutto è ridotto a puro oggetto  mercificato. È una forma di sottrazione al degrado metropolitano di spazi di vita, ma è anche uno strumento di protesta rispetto al sistema che a tale degrado ha condotto.

La caratteristica di un'occupazione è fondere l'impegno politico, e la conseguente crescita politica per i membri che vi partecipano, alla socialità, ma una socialità liberata dalla morsa del consumismo, dalla mercificazione dei prodotti e dei corpi.

Perchè una battaglia contro il caro libri?

Cos'è un libro? La domanda sembra prevedere una semplice risposta, ma il libro in realta` nasconde una serie consistente di significati diversi. Certo un libro lo conosciamo, sappiamo la sua consistenza, il materiale con cui e` costruito, l'inchiostro con cui e` stampato, ma ne conosciamo veramente la pluralità di aspetti che conserva?

I libri su cui studiamo all'università poi hanno delle specifiche caratteristiche che sono determinate dal loro utilizzo particolare.

Innanzitutto all'oggi il libro e` una merce di consumo. E come una merce di consumo si comporta. Il suo successo o meno dipende da un mercato, la sua diffusione e` frutto di manovre editoriali, della costruzione di consenso e di fiducia intorno a dato libro o a dato autore e la sua vendita produce ricchezza nelle mani delle case editoriali e di alcuni (non molti tutto sommato) autori. I mezzi di produzione e diffusione appartengono a pochi e il prodotto, il libro stesso, e` alieno a chi materialmente l'ha stampato e rilegato e spesso anche a chi l'ha scritto.

Un libro pero` non e` neanche solo una merce, nasconde un valore specifico che e` quello di essere strumento di educazione, formazione e costruzione di senso comune nei fruitori che lo utilizzano. Uno strumento a doppio senso, da un lato per comunicare, esprimere e diffondere sentimenti, istanze, idee, teorie, dall'altro per apprendere, formarsi, emozionarsi, identificarsi (confermare e rafforzare la propria identità data più che altro).